La prima macchina per calcolare fu inventata e costruita nel 1643 dal filosofo e matematico Pascal. Verso la fine dello stesso secolo, il filosofo e matematico Leibniz discusse una possibilità più ambiziosa: arrivare grazie a un linguaggio “universalizzato”, addirittura alla macchina per pensare. Con i computer o cervelli elettronici d’oggi, ci siamo più o meno arrivati; l’“automazione del pensiero” è sulla buona strada...
O sulla cattiva? Converrà continuare così, o non sarà meglio tornare alla buona, semplice, vecchia tavola pitagorica?Carlo Fruttero e Franco Lucentini(1)
S. Mamedjarov (2757) – G. Kamsky (2718)
Magonza, 2007
Posizione 829
Magonza, 2007
Posizione 829
[FEN "rknbqrbn/pppppppp/8/8/8/8/PPPPPPPP/RKNBQRBN"]
![[Mamedjarov - Kamsky, Magonza 2007]](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcc_q4U4aT3oQw9DcJSQJ36a4Gd41azdbkuPKUCmplAFviuxI2KcVRCDccVt11C03W0zmdtvIlotd4K7TZpV-9NgeboR3VQNL97ChoV3vIn9RK9_SqxWHLKOIVZZDKvL6uucZdJkuUqm4/s320/mamedjarov_kamsky.png)
(1) Carlo Fruttero e Franco Lucentini, “L’Ora di Fantascienza”, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino, 1982, p. 203.