Tuesday, February 23, 2021

Between Scylla and Charybdis

Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d’angoscia
che non si dissolve.
Allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
Di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
Ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose d’amore.

Every morning my stem would rise in the wind
blowing away drunk with life,
but something holds it on earth,
a long heavy chain of anguish
which doesn’t dissolve.
I then get out of bed
and I look for a section of wind
and I find a square of sun
in which to rest my naked feet.
Of this secret grace
I will retain no memory
because even illness has meaning,
excess, movement,
even illness is matrix of life.
See, here I am on my knees
waiting for an angel of grace
to brush against me lightly,
and meanwhile I caress my feeble feet
with fingers longing for love.

Alda Merini
English translation by Stephanie Jed and Pasquale Verdicchio

“Stick together” (but not too much), “take care” (but do not exaggerate), “stay strong” (but, above all, stay human), “be kind” (but not servile). Photo: Richard Saker.

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