Artwork: Violet D’Art
Le amavamo. Le odiavamo. Volevamo essere loro. Così alte, belle e chiare. Le loro membra lunghe e aggraziate. I loro denti bianchi e splendenti. La loro carnagione pallida e luminosa, che nascondeva tutti i sette difetti del volto. Le loro usanze bizzarre ma accattivanti, che non smettevano mai di divertirci: la loro passione per la salsa Ai e per le scarpe alte e a punta, la loro buffa andatura con i piedi in fuori, la loro tendenza a radunarsi in questo o quel salotto in grandi gruppi rumorosi e starsene in piedi per ore a parlare tutte insieme. Perché, ci chiedevamo, non si sedevano mai? Si muovevano nel mondo con disinvoltura. Perfettamente a loro agio. Avevano una sicurezza che a noi mancava. E una chioma molto più bella. Così tanti colori. E ci dispiaceva di non poter essere più simili a loro.
Julie Otsuka, “Venivamo tutte per mare”, Torino, Bollati Boringhieri, 2012, p. 48.
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Une idée de la sorcière Vianne Rocher
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