Prato, Valerio Barberis promette: “Rivolterò la città come un calzino”
L’assessore all’Urbanistica spiega la nuova pianificazione: artisti in Chinatown, nuovo asse della cultura e il percorso pedonale dei musei
di Cristina Orsini
Il Tirreno: Prato, 20 luglio 2014
PRATO. Il Macrolotto zero, la Chinatown pratese, piena di artisti e con più collegamenti tra strade e piazza; il centro della città che si espande fino ad arrivare a nord al Fabbricone, a ovest a piazzale Ebensee e a est alla stazione; Prato divisa per aree omogenee: la città che si sviluppa in alto, che cresce anche dal punto di vista dell’industriale del futuro, è lungo l’asse della Declassata; la città storica, dell’arte, della cultura ha un nuovo asse: da via Santa Chiara nei pressi del Museo del Tessuto e associazione culturale dopo associazione culturale (Spazio K e Spazio Compost) arriva fino all’area del Vecchio ospedale, al San Niccolò e anche oltre, fino alla Corte di via Genova, diventata sede di atelier, spazi espositivi gallerie d’arte.
È “l’altra” visione urbanistica di Prato, quella del nuovo assessore Valerio Barberis (delega anche ai Lavori pubblici), architetto, appassionato di Prato. Lui la chiama “pianificazione”, “scelte strategiche da sviluppare in cinque anni”, per chi è a digiuno di urbanistica sembra l’annuncio di una sterzata netta, una sorta di “ecco come si rivolta la città come un calzino”.
Pochi capisaldi: visione d’insieme della città, riuso spinto degli edifici dismessi, sinergia stretta con la Mobilità (assessore Filippo Alessi) “perché le trasformazioni future – dice Barberis – andranno di pari passo con la nuova formula di circolazione che è allo studio”: più bici, meno auto, centro meno permeabile ai mezzi a motore e non usato come attraversamento e Piano strutturale targato giunta Cenni da tenere così com’è: “C’è da cambiare la città, non il Piano strutturale che tra l’altro – è il giudizio di Barberis – è piuttosto neutro”.
L’assessore all’Urbanistica spiega la nuova pianificazione: artisti in Chinatown, nuovo asse della cultura e il percorso pedonale dei musei
di Cristina Orsini
Il Tirreno: Prato, 20 luglio 2014
PRATO. Il Macrolotto zero, la Chinatown pratese, piena di artisti e con più collegamenti tra strade e piazza; il centro della città che si espande fino ad arrivare a nord al Fabbricone, a ovest a piazzale Ebensee e a est alla stazione; Prato divisa per aree omogenee: la città che si sviluppa in alto, che cresce anche dal punto di vista dell’industriale del futuro, è lungo l’asse della Declassata; la città storica, dell’arte, della cultura ha un nuovo asse: da via Santa Chiara nei pressi del Museo del Tessuto e associazione culturale dopo associazione culturale (Spazio K e Spazio Compost) arriva fino all’area del Vecchio ospedale, al San Niccolò e anche oltre, fino alla Corte di via Genova, diventata sede di atelier, spazi espositivi gallerie d’arte.
È “l’altra” visione urbanistica di Prato, quella del nuovo assessore Valerio Barberis (delega anche ai Lavori pubblici), architetto, appassionato di Prato. Lui la chiama “pianificazione”, “scelte strategiche da sviluppare in cinque anni”, per chi è a digiuno di urbanistica sembra l’annuncio di una sterzata netta, una sorta di “ecco come si rivolta la città come un calzino”.
Pochi capisaldi: visione d’insieme della città, riuso spinto degli edifici dismessi, sinergia stretta con la Mobilità (assessore Filippo Alessi) “perché le trasformazioni future – dice Barberis – andranno di pari passo con la nuova formula di circolazione che è allo studio”: più bici, meno auto, centro meno permeabile ai mezzi a motore e non usato come attraversamento e Piano strutturale targato giunta Cenni da tenere così com’è: “C’è da cambiare la città, non il Piano strutturale che tra l’altro – è il giudizio di Barberis – è piuttosto neutro”.
(La fontana nella frazione di Iolo)
E per far diventare Prato una città europea “perché le chances le ha tutte”, allora avanti con la sfida più difficile: il Macrolotto zero. “Quello che stiamo facendo in queste settimane – spiega l’assessore – è semplice: facciamo incontrare la domanda e l’offerta”. Banale? Non proprio: “Abbiamo avuto la richiesta da parte di giovani artisti di spazi a poco prezzo. Di capannoni vuoti nel Macrolotto Zero ce ne sono tanti quindi stiamo chiamando i proprietari, ai quali conviene metter a frutto il bene, per vedere se si arriva a conclusione”. L’obiettivo è chiaro: “Mescolare, cominciare a immettere nuovi residenti in quell’area ad alta densità cinese – dice – ma anche ad alto interesse”. Non solo però, il progetto “minimo perché lo vogliamo realizzare e non solo raccontare” puntualizza Barberis prevede nuovi collegamenti tra strade e piazze: “Useremo quella che in gergo si chiama urbanistica della crisi: piccoli interventi a costo basso ma efficaci come l’abbattimento di muri che chiudono le strade ma aprendo i quali il Macrolotto zero diventa più permeabile”.
Chinatown più “porosa”, centro storico più pedonale. L’idea è proprio quella: “Aver una visione unitaria del centro – afferma Barberis – che ancora non ha, omogeneizzando per esempio, gli arredi urbani e la cartellonistica, ma creando anche – prosegue – un percorso pedonale vero”.
Chinatown più “porosa”, centro storico più pedonale. L’idea è proprio quella: “Aver una visione unitaria del centro – afferma Barberis – che ancora non ha, omogeneizzando per esempio, gli arredi urbani e la cartellonistica, ma creando anche – prosegue – un percorso pedonale vero”.
(Il museo di Palazzo Pretorio ospita i tesori di Prato)
E sarà quello “dei musei” cittadini: da piazza della Carceri, attraverso piazza Comune per arrivare a piazza del Duomo. “C’è da decidere e la proposta la rivolgo alle associazioni di commercianti, se il centro storico di Prato deve o meno diventare un centro commerciale naturale. Se è questo l’obiettivo – prosegue – bisogna sfatare dei tabù: che si debba arrivare davanti al negozio con la macchina e che non ci sia spazio anche per piccoli supermercatini che ormai esistono dappertutto, in Italia e in Europa”.
“Il tema delle auto – dice Barberis – va visto con buon senso” dunque nessuna misura punitiva ma piccoli passi anche in piazza Mercatale: “Che certamente dovrà presentarsi con molte meno auto parcheggiate rispetto a ora”. Dove metterle? “Io qualche idea ce l’ho ma è con Alessi che studieremo un nuovo piano dei parcheggi&à8221;. Una delle soluzioni, la più plausibili, resta l’area del Mercato Nuovo.
“Il tema delle auto – dice Barberis – va visto con buon senso” dunque nessuna misura punitiva ma piccoli passi anche in piazza Mercatale: “Che certamente dovrà presentarsi con molte meno auto parcheggiate rispetto a ora”. Dove metterle? “Io qualche idea ce l’ho ma è con Alessi che studieremo un nuovo piano dei parcheggi&à8221;. Una delle soluzioni, la più plausibili, resta l’area del Mercato Nuovo.
(L’area del Misericordia e Dolce)
E sempre con l’idea di dare coerenza alle aree strategiche di Prato, si arriva al vecchio ospedale: “Per il quale, prima di ogni decisione – afferma l’assessore – c’è da risolvere la questione aperta con la Regione: l’area deve diventare nostra, poi ne progetteremo l’uso”. La Regione vuole un pacchetto di milioni: 20, 25 il Comune li darà all’ente attraverso la cessione di immobili comunale e non solo. “Stiamo lavorando – conclude Barberis – per trovare la quadra”.
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